La società degli spiriti by Federica Soprani - Vittoria Corella

La società degli spiriti by Federica Soprani - Vittoria Corella

autore:Federica Soprani - Vittoria Corella
La lingua: ita
Format: epub
editore: AC Edizioni Srl
pubblicato: 2013-02-09T14:14:01+00:00


Il Casino dei Perduti era come un iceberg. Una montagna di ghiaccio a pelo dell’acqua. Quello in vista è un inganno e quello che non si vede può farti affondare.

L’arena ospitava intrattenimenti non letali. Dalle orge e dagli stupri di gruppo si usciva generalmente illesi. Ogni gioco, anche cruento, aveva la sua parola d'ordine per essere fermato in qualsiasi momento. Il vizio non lasciava segni. Non all’inizio, almeno.

Sotto l’arena era tutto diverso. Laggiù non veniva garantita l’incolumità dei partecipanti. I giochi si fermavano alla porta del tunnel che scendeva giù. Oltre, nessuno era tenuto a ricordare le parole d’ordine che garantivano la sicurezza dei pervertiti alla moda.

Belial girava gli angoli sotterranei e Jericho e Jonas lo seguivano. Il suo mantello rosso gli scivolava dietro come se fosse stato vivo, una membrana ripiegata che si spacciava per stoffa. Ali vellutate che a tagliarle forse avrebbero sanguinato.

La loro passeggiata si concluse davanti a una porta a sbarre.

Oltre la porta, un vasto ambiente circolare, speculare all’arena dei giochi. Solo che questo era pieno d’acqua. Un’enorme piscina termale in marmo citrino.

“Ittiosi” disse Belial “gliel’ha diagnosticata un medico che si è divertito con lei in passato. In pratica ha le squame, vedete?”

Jonas e Jericho guardarono oltre le sbarre. A bordo piscina, sedeva una ragazza uscita da un dipinto fantastico. Era nuda. Quando li vide, si alzò. A eccezione dei capelli, che le arrivavano fino alle natiche terminando in una punta, era completamente glabra. Una pelle così pallida da sembrare azzurrina. Sulle braccia e sulle gambe sottili aveva striature trasversali più scure, come quelle dei pesci. Righe irregolari di pelle più spessa le disegnavano addosso un decoro preistorico.

Aveva seni piccoli da adolescente. Il sesso era una conchiglia semi dischiusa color madreperla. L’assenza di qualsiasi altro segno– rughe d’espressione, nei o cicatrici – rendeva impossibile indovinarne l’età.

“Non è bellissima? La piscina serve da scenografia e poi lei ama l’acqua. Probabilmente le lenisce il dolore alla pelle. Se non mantiene la pelle idratata, questa tende a spaccarsi e a sanguinare. È costata moltissimo, Euphrosine, ma non ho pagato io per lei.”

La ragazza li guardava con occhi grandi come piattini. Onice liquida. Dischi di ossidiana. Aveva lineamenti delicati. Solo la bocca sembrava un po’ troppo grande per quel visino da miniatura. Quando sollevò una mano per scostarsi i capelli dalla guancia, Jonas e Jericho notarono che tra le dita si tendeva una membrana rosa appena accennata.

“Bellissima, sì” confermò il Medium, osservando la creatura. La trovava affascinante, come si poteva trovare affascinante uno spettacolo repellente.

“E anche pericolosa, immagino” aggiunse, picchiettando con le dita magre sulla porta di ferro. “O questa serve per impedire a qualcun altro di farle del male?”.

Re Belial inarcò un sopracciglio che sembrava disegnato a matita sulla fronte eburnea.

Probabilmente lo era davvero, solo un'altra linea fittizia a dare espressività a quella maschera fallace.

Jericho inclinò il capo da un lato, incalzandolo giocosamente. “Coraggio, mio Re… a me puoi dirlo. A vederla così si direbbe una creatura così fragile e delicata. Dove l’hai trovata? Intende qualcosa? O è il laudano che le somministri per tenerla tranquilla a farla apparire così smarrita?”.



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